Vi sono state le elezioni interne al partito per la scelta del nuovo segretario del PD.
C’era qualcuno che si aspettava qualcosa di rivoluzionario? Qualcosa di nuovo? Qualcosa che facesse esclamare “Tutto sta cambiando”?
Se questo qualcuno ci ha creduto – ma ne dubito fortemente – ha, certo, dovuto ricredersi: si sarà svegliato, abbandonando i propri sogni, ed aprendo gli occhi sulla amara realtà.
Intanto fra i due candidati non vi era, sostanzialmente, alcuna differenza: entrambi erano fedelissimi del partito e suoi meticolosi rappresentanti. Già nella scelta dei candidati, dunque, c’era poco di cui entusiasmarsi.
Alla fine ha vinto la Signora Elly Schlein, cittadina italiana, ma anche svizzera e statunitense: già si presenta bene.
Eleggendola il PD ha confermato (ma c’era bisogno di conferme?) la sua linea, che poi era quella di Letta e quella di tutti i suoi predecessori.
Hanno scelto una donna in carriera, un personaggio di successo, una figura che ispira ammirazione e riguardo e che rimanda una idea di stabilità: ecco cosa rassicura il PD, ecco cosa si cercava.
Perché i Dem sono questa cosa da anni, ormai: sono un partito che non ha più nulla a che vedere col vecchio PCI. E ne sono sfacciatamente fieri. Sebbene dicano e ridicano di “conservarne l’eredità”.
Il loro obiettivo, attualmente, è raccogliere i consensi della borghesia, dalla più piccola alla più alta, ignorando la popolazione più povera.
Al tempo: il PD sostiene, sempre, fortemente gli operai nelle loro lotte, specie attraverso i sindacati, che sono cosa loro; ciononostante si preoccupa solo di quei lavoratori che il lavoro già lo hanno ottenuto, ma lascia naufragare chi lo ha perso.
Non sono il partito degli ultimi, dei bisognosi, dei poveri, di chi arranca per un tozzo di pane, degli “umiliati e offesi” descritti da Gogol: il PD è il partito del Capitale, dei professionisti, dei lavoratori che hanno, a vari livelli, buoni posti di lavoro nell’industria.
E non dico niente di nuovo: dico cose risapute.
Ora, credo, e lo dico con amarezza, il processo di “americanizzazione” di questa penisola è completo: vi sono due blocchi contrapposti, destra e sinistra, le cui differenze si esplicano solo in scaramucce verbali e aggressività che si mostrano in Parlamento e in Senato, durante le discussioni, per il piacere della gente che guarda le loro dirette. Questi scontri (si fa per dire) proseguono nei programmi televisivi e radiofonici (altra bella arena in favore del pubblico), sui giornali e, ovviamente, in rete. Ma è tutto qui: non sono, concretamente, realmente, dissimili l’uno dall’altro. Ed è così perché entrambi vogliono una cosa sola: vogliono mantenere lo status quo, e tutto deve rimanere come è adesso.
Ed è la stessa cosa che accade negli USA: perché vi sono forse differenze fra Democratici e Repubblicani per i nipotini dello Zio Sam? Proprio nessuna! Guardate Joe Biden: si è rivelato più feroce e spietato di Trump, che tutti dipingevano come il Male assoluto. Biden sta portando l’Europa (prona e sottomessa), ed anche il suo stesso paese, verso la Guerra Mondiale, verso la catastrofe nucleare. Il pianeta potrebbe esplodere in mano a questi scriteriati. Ed Elly Schlein, sorridente per la sua vittoria, con la cittadinanza italiana, ma anche svizzera e, soprattutto, statunitense, è un punto di riferimento rassicurante per la bandiera a stelle e strisce.
Mi congratulo con la Signora Schlein per la sua vittoria.
Mi congratulo col partito.
Continuate così che si andrà sempre dritti: dritti verso l’inferno.
Francis Allenby